giovedì 13 marzo 2008

IL BRANO DELL'ANNO

...MI BASTI TU!
Marco 8, 27-36
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?". 28Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti". 29Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". 30E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. 31E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. 32Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". 34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. 36Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?

Il brano biblico scelto per quest’anno associativo mette in evidenza l’atteggiamento di chi vuole farsi autentico discepolo di Cristo. In particolare emerge come Gesù educa i nostri desideri; l’impulsività di Pietro gli ha fatto credere di poter guidare lui il Maestro anziché lasciarsi condurre per mano nel comprendere il mistero di Dio. Il brano evidenzia che nel cammino della sequela, anche se riusciamo a riconoscere che Gesù è per noi il Cristo, dobbiamo stare attenti a non costruirci un’idea di Dio secondo i nostri schemi mentali, ma dobbiamo lasciarci condurre da lui sulla strada che ha tracciato per noi.

Alcune sottolineature:
- Gesù ci chiede di farci un’idea di lui, ci coinvolge in prima persona, non ci lascia solo spettatori di un evento (la salvezza) che ci coinvolge. Avere chiara l’idea che portiamo dentro di noi è il primo passo per un cammino di fede e di sequela.
- difficoltà dei discepoli nel comprendere il progetto di salvezza che Dio ha per l’uomo.
- radicalità della sequela. Al discepolo Gesù chiede solo di seguirlo, nella consapevolezza che il cammino porta anche incontro alla croce.
- Dio riconosce la bontà di ciò che portiamo nel cuore, ma vuole educare i nostri desideri. A volte possiamo ritrovarci a metterci davanti a lui, volendo orientare il cammino. Dio ci riporta alla concretezza dell’essere discepoli, cioè del seguirlo. Il rinnegare se stessi della sequela non è un “farsi violenza”, ma un orientare la propria vita a Dio.
- “se qualcuno vuole venire dietro di me”. Seguire Cristo non deriva da una chiamata che obbliga, ma è sempre una scelta che Dio ci lascia compiere. Gesù vuole verificare il nostro desiderio di Dio, perché solo chi desidera ardentemente una relazione profonda con Dio può mettersi sul cammino della sequela. Così potrà affrontare anche la croce.
- ci capita spesso di trovarci a camminare dietro al Cristo dei nostri desideri, con il rischio di beccarci qualche “rimprovero”, come Pietro; nella sequela siamo chiamati a conoscere e ad accettare il Cristo così come ce lo rivelano i vangeli, divenendo capaci di amare colui che per primo ci ha amati donando la sua vita per noi.

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